Nel mio precedente articolo abbiamo trattato il tema degli Yama, il primo Ramo dello Yoga. Abbiamo scoperto, infatti, che lo Yoga non è solo una pratica fisica ma una vera e propria filosofia di vita e abbiamo parlato del quarto Yama, Brahmacharya, l' Astensione nello Yoga.
Gli Yama, le cosiddette regole etiche e morali, ci invitano a riflettere su come dovresti comportarti nei confronti degli altri per poter essere in pace, non solo con il mondo che ti circonda, ma anche con te stesso.
Aparigraha è il quinto e ultimo degli Yama e nella Filosofia Yoga significa letteralmente non possessività.
Patanjali con questo concetto ci invita a lasciare andare i nostri attaccamenti, quindi non solo a rinunciare al superfluo, ma anche ad abbandonare le aspettative, che sono la causa primaria delle nostre sofferenze. Quando ci facciamo delle aspettative sulla realtà, stiamo in realtà creando delle proiezioni nella nostra mente che se non si verificano ci provocano dolore. Le aspettative ci allontanano dal momento presente e da ciò che le cose sono per davvero.
Prenditi il tuo tempo per pensare: a quale situazione ti stai aggrappando? O a chi?
Sviluppare Aparigraha significa lasciare andare la possessività per integrare generosità e abbandonare il superfluo per tornare alla semplicità. Quando siamo liberi dai nostri preconcetti, giudizi e situazioni tossiche, possiamo esprimere chi siamo veramente e capire chi vogliamo diventare.
Il concetto di non attaccamento si riferisce proprio a questo: lasciar fluire le cose per come devono essere.
Quando stringi la sabbia forte tra le dita, essa ti scappa via dalle mani e più la presa è stretta più i tuoi muscoli si stancano. Quando invece tieni la mano abbastanza aperta da proteggere la sabbia nel palmo della tua mano, ma non troppo da farla scappare via, hai trovato l'equilibrio. Lasciar scorrere non significa infatti non tenerci o non porsi degli obiettivi ma vuol dire osservare ciò che accade e distaccarsi serenamente dal risultato.
'Non attaccarsi' significa anche lasciare andare i veleni mentali, quindi non trattenere rabbia o risentimenti che non fanno altro che avvelenare noi stessi sperando che sia l'altro a stare male, e invece chi sta davvero male siamo noi.
Il non attaccamento dello Yoga ci rende liberi di esternare le nostre emozioni e la nostra vera natura senza paura di perdere persone e cose o di essere giudicati.
Coltivare bellezza, gentilezza e amore significa integrarli nella nostra vita e nel mondo che ci circonda.
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