I Niyama sono il secondo ramo dello Yoga le osservazioni: esse sono tutte le attitudini positive di cui abbiamo bisogno per lavorare su noi stessi, corpo e mente, per diventare persone migliori.
Svadhyaya è la conoscenza e lo studio, non solo dei testi yoga, ma anche e soprattutto di noi stessi.
Studiare noi stessi significa guardarci da un punto di vista più profondo e introspettivo. Questo studio può essere la nostra pratica quotidiana sul tappetino yoga: le asana, infatti, sono un mezzo che permette di ascoltarci, capire come reagiamo a determinate posture, le difficoltà che sentiamo nel corpo e nella mente e come ci miglioriamo con la pratica. Inoltre, con il tempo e con la costanza, riusciamo anche a notare quali sono i cambiamenti che avvengono non solo nel nostro corpo ma anche dentro di noi.
Nella pratica fisica dello Yoga è normale che alcune asana ci diano fastidio e altre al contrario ci piacciano: Svadhyaya ci invita a chiederci il motivo di ciò e lavorare in ogni istante su noi stessi. Spesso il turbamento nato dalla pratica dello Yoga può essere dovuto al fatto che vogliamo eseguire a tutti i costi una determinata asana oppure sviluppare una flessibilità o una forza specifiche, andando anche contro i limiti temporanei del nostro corpo. Lo Yoga in realtà non è assumere una forma ma notare il processo giorno dopo giorno e rispettarci in ogni istante. Dal cambiamento fisico si attua poi il cambiamento interiore di ascolto, che ci permette di prendere consapevolezza delle nostre sensazioni e dei nostri pensieri quotidiani.
Svadhyaya si collega alla domanda universale chi sono io? chi sono io veramente? E non ciò che gli altri pensano che io sia.
Le etichette che il mondo esterno usa per definirci sono tantissime, come quanti anni hai? che lavoro fai? quanto pesi? quanto sei alto? sei sposato? hai figli? ...
Il processo di ascolto porta a comprendere che ogni persona non è il lavoro che fa, l'età che ha eccetera, ma è cos'ha quella persona nel profondo del suo mondo interiore.
Il corpo esterno è un involucro ed è la nostra interiorità che definisce chi siamo. Col tempo può cambiare il nostro aspetto, il lavoro che facciamo, la nostra situazione familiare ma ciò che abbiamo dentro è la nostra vera radice ed è quella che andiamo a conoscere creando uno spazio di ascolto grazie allo Yoga e alla meditazione.
Yoga deriva dalla radice -yug che significa unire: materia, corpo e spirito. Si parte dal corpo per arrivare ai pensieri e per scoprire ciò che siamo.
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